Transizione 4.0 e 5.0 verso una misura unica nazionale:
cosa cambia davvero per le imprese
Territorio: Nazionale
Transizione 4.0 e 5.0 verso una misura unica nazionale:
cosa cambia davvero per le imprese
Territorio: Nazionale
Descrizione
Da settimane il Ministero delle Imprese e del Made in Italy sta lavorando a una misura unica, pluriennale e finanziata con risorse nazionali che accorperà gli attuali schemi di Industria 4.0 e Transizione 5.0. L’obiettivo è duplice: stabilità nel tempo e maggiore semplicità d’accesso per chi investe in trasformazione digitale ed efficienza energetica. In pratica, un unico “ombrello” per la twin transition (digitale + verde) capace di accompagnare piani industriali che durano più di una stagione contabile.
Perché si va verso l’accorpamento
La coesistenza di 4.0 e 5.0 ha prodotto risultati importanti, ma anche complessità: finestre temporali non sempre allineate, adempimenti eterogenei, incertezze su proroghe e coperture. Con una misura nazionale unica si punta a:
programmare gli investimenti su orizzonti di medio periodo, senza corse di fine anno;
ridurre gli oneri procedurali, con regole più uniformi e leggibili;
ampliare la platea, includendo filiere energivore (ceramica, carta, siderurgia, chimica ecc.) che oggi faticano a rientrare nei parametri stringenti del PNRR.
Come potrebbe funzionare (impostazione attesa)
Senza anticipare norme che saranno definite in Legge di Bilancio e nei decreti attuativi, l’impianto prefigurato ha una logica modulare:
Modulo Digitale (ex 4.0): beni strumentali interconnessi, software, sensoristica, integrazione dati, automazione dei processi, sicurezza informatica;
Modulo Energia/Green (ex 5.0): interventi che generano risparmi energetici misurabili e migliorano la sostenibilità (impianti, revamping, sistemi di monitoraggio, efficientamento);
Premialità Twin: maggiorazione dell’incentivo per i progetti che combinano in modo verificabile le due dimensioni (digitale + risparmio energetico), con indicatori ex-ante ed ex-post più chiari e coerenti.
La forma tecnica più probabile resta il credito d’imposta, con aliquote differenziate per modulo e scaglioni legati a obiettivi e dimensione d’impresa. Su massimali, cumulabilità e criteri di calcolo decideranno i testi ufficiali.
Chi potrà beneficiarne
L’impostazione annunciata guarda all’intero tessuto produttivo: micro, piccole e medie imprese, ma anche realtà mid-cap e grandi imprese. Particolare attenzione è attesa per le filiere energy-intensive, che potranno valorizzare investimenti di efficientamento difficili da incastonare nelle vecchie griglie. Restano centrali i principi noti: interconnessione, tracciabilità dei dati, misurazione dei risultati energetici.
Cosa cambia per la pianificazione
Per le aziende questa evoluzione significa poter costruire roadmap pluriennali – non solo “una tantum” – su macchinari, software, revamping impiantistico e interventi di efficienza. In concreto:
meno incertezza su tempi e coperture: gli investimenti non si rincorrono a ridosso delle scadenze;
progetti integrati più premiati: digitalizzazione dei processi e riduzione dei consumi progettate insieme, non in sequenza;
maggiore bancabilità: una cornice stabile aiuta a negoziare finanziamenti e a programmare la cassa.
Cosa fare adesso (prima dei testi ufficiali)
In attesa della Legge di Bilancio e dei decreti attuativi, conviene muoversi su tre fronti operativi:
Mappatura tecnica: inventario dei beni e dei processi candidabili (macchinari da sostituire, linee da interconnettere, software da integrare, punti di misura energetica da installare). Imposta già KPI digitali ed energetici credibili (baseline, target, metodi di calcolo)
Business case e timing: costruisci un cronoprogramma capace di scomporre l’investimento in lotti funzionali (forniture, installazioni, collaudi). Verifica fornitori, tempi di consegna, eventuali vincoli su perizie o asseverazioni.
Documentazione e compliance: prepara preventivi comparabili, schede tecniche, dossier energetico (consumi storici, baseline), policy DNSH ove richieste, e un set minimo di evidenze digitali (architettura IT/OT, piano di interconnessione, cybersecurity di base).
Le domande frequenti (in sintesi)
Si potrà cumulare?
La logica europea resta la bussola: cumuli possibili nei limiti di intensità e spese ammissibili. I testi definiranno i perimetri.
Serviranno perizie/asseverazioni?
È plausibile un impianto snellito ma con misurabilità dei risultati (interconnessione e saving energetici). La forma delle verifiche sarà chiarita nei decreti.
Quando parte?
Il quadro sarà definito con la Legge di Bilancio. L’efficacia operativa arriverà con i decreti attuativi: chi è pronto prima beneficia di un avvio più rapido.
In sintesi
La convergenza di 4.0 e 5.0 in una misura unica nazionale è un passaggio strategico: semplifica, stabilizza e favorisce investimenti integrati. È anche un invito alle imprese a cambiare passo: progettare la twin transition come leva industriale, non come adempimento.
Per un check di fattibilità gratuito sul tuo piano (digitale, energy o integrato) e per predisporre documenti, KPI e cronoprogrammi in linea con le nuove regole, i consulenti Glocal sono a disposizione:
📧 info@glocalservizi.com | ☎️ 0442 77 26 61