Transizione 5.0: "esaurite" o rimosse? La chiusura lampo è uno strappo senza precedenti e la comunicazione istituzionale non regge ai fatti
Territorio: Italia
Transizione 5.0: "esaurite" o rimosse? La chiusura lampo è uno strappo senza precedenti e la comunicazione istituzionale non regge ai fatti
Territorio: Italia
Cosa è successo
Con un decreto direttoriale del 07/11 il Ministero ha dichiarato “esaurite le risorse” del Piano Transizione 5.0, dopo la rimodulazione PNRR del 04/11 che ha ridotto il plafond da 6,3 a 2,5 miliardi. Ma il lessico conta: non è stato l’assalto delle imprese a prosciugare i fondi; è stato un taglio ex lege.
Fino alla sera precedente, il portale GSE mostrava circa 3,719 miliardi ancora disponibili e la scadenza operativa al 28/02/2026 per le comunicazioni ex post. La discrepanza tra il “contatore” e l’improvviso stop rende fragile la formula “esaurite le risorse”: non si sono esaurite, sono state tolte. Una differenza che pesa, perché sposta la responsabilità dall’economia reale alla decisione politica.
A cascata, le imprese – rimaste senza 5.0 – hanno dirottato i piani su Industria 4.0: nelle ultime ore anche 4.0 risulta esaurito. Per molte aziende è la doppia beffa: prima la rimozione dei fondi 5.0 con contatore non allineato; poi la chiusura della via di fuga 4.0.
Un cortocircuito di fiducia
Il quadro è chiaro: aziende che hanno pianificato ordini, SAL, finanziamenti e attività tecniche sulla base di informazioni ufficiali si sono ritrovate senza copertura da un giorno all’altro. Il danno non è solo contabile. È un colpo alla certezza del diritto, perché a contare non è solo l’atto formale, ma anche la coerenza tra norme, portali, contatori, scadenze. Un corto circuito che non ha precedenti nella recente storia italiana della politica industriale e che può lasciare cicatrici profonde sulla propensione a investire in innovazione, digitale ed efficienza energetica — proprio gli obiettivi che 5.0 avrebbe dovuto accelerare.
Di cosa necessitano le aziende
Servono misure semplici, misurabili, subito:
Rifinanziamento a breve di 1,5 miliardi dedicati a Transizione 5.0; oppure
Accesso al futuro iper-ammortamento per gli investimenti iniziati/effettuati dal 1° gennaio 2024 che non hanno beneficiato di 4.0 o 5.0.
Due strade capaci di ristabilire equità e rimediare a una comunicazione pubblica che, nei fatti, ha presentato come “esaurimento” ciò che è stata una decurtazione.
Le tre strade operative per le imprese
Domanda 5.0 comunque
Perché: mettersi “in coda” in vista di un possibile rifinanziamento.
Rischio: nessuna certezza sulla capienza.
Credito d’imposta 4.0
Stato attuale: fondi esauriti. La rapida chiusura è l’effetto del travaso di domande dal 5.0.
Implicazioni: chi ha già titoli/protocolli o pratiche in avanzato stato istruttorio verifichi con urgenza posizione e documenti; per gli altri, in assenza di rifinanziamento, la 4.0 non è più un’opzione.
Rinvio al 2026 (nuovo iper-ammortamento)
Perché: vantaggio fiscale pluriennale via deduzioni maggiorate e iter semplificato.
Rischio: attendere testi definitivi e verificare fattibilità tecnica/contrattuale se i progetti sono già avviati (tempi, collaudi, penali). Intanto, conviene mappare investimenti, aggiornare requisiti 4.0 (interconnessione/integrazione), predisporre preventivi comparabili e cronoprogrammi.
Il nostro impegno: fatti, fonti, operatività
Glocal è al fianco delle imprese colpite. Stiamo monitorando in modo continuativo la stampa specialistica, i siti ministeriali (MIMIT, MEF ecc.), il portale GSE, FAQ e provvedimenti in aggiornamento, oltre ai canali delle Associazioni di Categoria e dei principali network tecnici. Traduciamo ogni novità in istruzioni operative (coda 5.0, 4.0 immediato, iper-ammortamento 2026), con valutazioni su tempi, ROI, impatti finanziari e documentali. L’obiettivo è preservare valore e dare alle imprese un percorso chiaro in un contesto instabile.
Una chiamata alle parti sociali
Serve una pressione coordinata di Associazioni e corpi intermedi per ottenere in tempi rapidi una delle soluzioni proposte. È la condizione minima per ripristinare credibilità e ridare continuità alla politica industriale. Perché chiamare “esaurite” risorse che sono state rimosse non è una sfumatura: è il cuore di una comunicazione non corretta che va sanata con atti concreti.
Per maggiori informazioni e per una analisi di fattibilità gratuita, i nostri consulenti sono a disposizione: info@glocalservizi.com – 0442 77 26 61.